Ho sempre pensato di essere una persona estroversa. In effetti non mi sento affatto a disagio quando sono in gruppo, anzi! Di solito sono una delle anime della conversazione, mi piace ridere, scherzare,  chiacchierare, sparare cavolate. Mi piace divertitmi e stare in compagnia.

Di solito la gente sta bene con me, mi trova simpatica e piacevole e io in effetti do’ sempre il meglio di me quando sono in compagnia. Non mi vedrete mai musona o triste o asociale. Se sono con gli altri do’ il massimo, ascolto attentamente tutti, cerco di capire tutti, tiro fuori tutte le mie capacità empatiche e mi immergo nelle situazioni e nei contesti senza riserva.

Sì vede anche che ispiro anche una certa fiducia, perché spesso le persone mi raccontano tante cose della loro vita e mi chiedono consigli. E devo dire che mi piace anche ascoltare quello che mi raccontano, dare consigli ed esprimere la mia opinione. Però non si può dire che io faccia altrettanto con loro. È molto raro che mi apra e che racconti qualcosa di me. Non so perché ma non ho mai sentito la necessità di confrontarmi o confidarmi. Non so se sia un misto di riservatezza e protezione o magari anche la convinzione che alla maggior parte delle persone non interessano veramente le vite degli altri. E non mi fido. Non so perché, ma non riesco a fidarmi mai abbastanza di nessuno. Sono sempre stata restia a parlare di me e a raccontarmi. Questo blog alla fine fa tanto, considerata la mia natura schiva e “felina”. E il motivo è che scelgo io come, dove e quando dire cosa. Semplice.

Il 2020 ce lo ricorderemo come l’anno in cui non abbiamo vissuto, non siamo usciti come volevamo, non abbiamo viaggiato, non abbiamo festeggiato i nostri compleanni. Ce lo ricorderemo come l’anno dell’isolamento geografico, fisico e sociale. L’anno in cui abbiamo imparato a lavorare da casa, a fare le videochiamate, a telefonarci di più. L’anno di mascherine e guanti, di social distancing, dell’odore di disinfettante addosso. Ma ce lo ricorderemo anche come l’anno in cui abbiamo imparato a stare da soli con noi stessi, ad ascoltarci di più, a capirci di più. Tante persone hanno sofferto per la mancanza di rapporti sociali e per una solitudine forzata che non sono mai riusciti ad accettare. Gli estroversi stanno facendo una fatica immane, perché si ricaricano con gli altri, parlandosi, vedendosi, cercandosi e stando in compagnia. Da soli si sentono incompleti.

Gli introversi invece hanno trovato in questa situazione di isolamento forzato un certo sollievo. Hanno potuto concentrarsi sui propri silenzi, sul tempo per se stessi. Hanno avuto la possibilità di sentirsi meno “strani” o “freak“, perché per una volta la società intera faceva come loro. Gli introversi non è detto che non stiano bene in gruppo, anzi! Forse bisogna sfatare questo falso mito che l’introverso sia un musone antipatico e asociale. La maggior parte degli introversi si trova bene in gruppo ed è anche spesso molto partecipe. Ma la differenza maggiore fra estroverso ed introverso è il modo in cui recuperano le energie:

L’introverso si ricarica stando da solo, mentre l’estroverso stando con gli altri. L’introverso cerca la solitudine e il silenzio per riprendere le energie che ha speso in gruppo, ascoltando le persone, parlando e interagendo. Ed ecco che io quest’anno sono finalmente riuscita a confermare a me stessa una cosa che sospettavo da tempo: ovvero che sono sempre stata una falsa estroversa. In altre parole, posso affermare con una certa sicurezza che alla soglia dei miei primi 40 anni ho capito di essere assolutamente introversa!

Non mi vergogno più di ammettere che sto benissimo da sola, con la mia musica, le mie serie tv, i miei libri, le mie camminate in solitudine, i miei pensieri, i miei casini mentali. Le persone sono importanti per me, ma non sono fondamentali per farmi stare bene. Ho scoperto che vivo bene anche senza. Soprattutto in questo periodo, in cui ho capito quanto fosse semplice fare a meno di tanta gente che avevo intorno prima. Stare bene da soli non è facile per tutti. A volte ci si arriva dopo un lungo processo forzato. A volte ci si arriva per necessità. A volte per scelta…o per scelta altrui. Altre volte ci si arriva come traguardo di un lungo percorso introspettivo, in cui ci sei tu e solo tu, coi tuoi dèmoni, i tuoi pensieri, la tua visione della vita che non puoi raccontare. Ci sei tu, con le tue stranezze, le tue paure, i tuoi difetti e i tuoi pregi nascosti. La solitudine ti permette di guardarti dentro, di affrontare gli aspetti oscuri della tua personalità, senza dover dimostrare niente a nessuno, tantomeno raccontarlo. La solitudine non mi fa paura. È un confessionale, e’ uno specchio, un abisso che mi guarda indietro, attirandomi verso di lui. E’ il Nulla, e’ pace, è Paradiso ma anche Inferno.

Spesso noto che le persone pensano che io sia un tipo di persona, quando invece non capiscono niente di me. Mi rendo conto di essere abbastanza enigmatica e di non aiutare molto, quindi ho deciso di rivelare alcuni “trucchi” per andare d’accordo con me. Un po’ come le regole del Fight Club. 😊

1. Non farmi domande per sapere qualcosa. Se voglio dire qualcosa la dico. Se mi chiedi, molto probabilmente non ti dirò niente.

2. Non darmi troppe attenzioni: non sopporto di essere al centro dell’attenzione, né che qualcuno penda dalle mie labbra. Ho bisogno di essere lasciata stare.

3. Non chiamarmi al telefono a meno che non ci siamo messi d’accordo. Le chiamate a sorpresa spesso mi destabilizzano. Scrivimi prima, poi vediamo.

4. Non chiedermi dove sono, cosa faccio o con chi sono. Io non lo farei mai con te. Mi infastidisce dare spiegazioni e informazioni che limitano la mia libertà.

5. Non assillarmi con messaggi, presenza, chiamate etc. Se mi sento soffocata mi allontano.

6. Non darmi per forza ragione. Non sopporto chi mi asseconda. Prediligo molto di piu’ un sano scontro.

7. Non pensare mai di conoscermi fino in fondo, perché te ne sto solo dando l’illusione.

8. Sono tendenzialmente molto paziente e brava a controllare le emozioni. Ma se arrivo ad incazzarmi seriamente…sbrano! Raramente torno indietro sui miei passi. E se una persona mi fa del male, mi delude fortemente e mi “scade”, posso diventare davvero spietata.

9. Non dare mai per scontato niente con me. Ci metto pochissimo a cambiare idea su tutto.

10. Rispetta i miei spazi, i miei silenzi, il mio bisogno periodico di non vedere o sentire nessuno. Non sono antipatica o cattiva, ho solo bisogno di ricaricarmi per poter essere la persona piacevole che conosci.

Grazie 🙏😉