Fa strano sentire tutto il mondo parlare dell’Emilia-Romagna in questi giorni. E fa ancora più strano sapere che la maggior parte degli stranieri sapeva già che esisteva una regione in Italia che si chiama Emilia-Romagna, che è la Terra dei Motori, patria della mortadella, degli spaghetti Bolognaise (il ragù!), del turismo della Riviera e dell’industria metalmeccanica.
Bisognerebbe fare un capitolo intero sulla differenza fra Emilia e Romagna, ma per ora mi limito a dire che la differenza c’è, si sente e si vede, ma solo chi abita in questa regione può capire veramente.
Loro (gli emiliani), sono sofisticati, intellettuali, eleganti, chic, spesso pomposi e diffidenti. Noi (i romagnoli) siamo cuntadèn, sempliciotti, amiconi, talvolta un po’ ‘gnoranti e spartani. In inverno lavoriamo sodo, per poi tornare a casa e piazzarci davanti alla TV, col termosifone a palla, ad aspettare pazientemente che passi il buio e il freddo e arrivi la primavera.
Ad Aprile cominciamo ad uscire dalle nostre tane, come delle marmotte con gli occhi stretti che devono riabituarsi alla luce. Ci basta poco, un raggio di sole più caldo, i fiori bianchi sugli alberi, l’erba giovane del campetto, il ronzio di un’ape nell’aria e qualcosa in noi scatta: possiamo finalmente ricominciare a vivere la nostra vita da romagnoli, che consiste essenzialmente in:
- Fare il cambio degli armadi e mettersi a dieta per la prova costume
- Fare l’aperitivo il giovedì sera dopo il lavoro (ma anche altre sere eh, non c’è mai limite all’aperitivo!)
- Andare al mare fisso il sabato o la domenica e/o andare a fare le gite in Campigna.
- Ad Aprile il romagnolo comincia anche ad esporre sempre più ampie parti del suo corpo, per cominciare a stuzzicare la melanina, in preparazione dei mesi estivi. Se arrivi a giugno pallido come la luna…non sei un vero romagnolo! (Storia della mia vita)
Il romagnolo in primavera si risveglia e si ringalluzzisce, perché sa che presto potrà ricominciare a divertirsi. Perché il romagnolo è il Re del divertimento. E non importa se lavora 12 ore al giorno e dorme poco: il divertimento è sacro e se non ti diverti non sei un vero romagnolo. A costo di farsi km e km in una sola serata, passando dal localino di Cesenatico, a quello di Riccione per poi tornare indietro facendo le vasche a MiMa per vedere la bella gente, e finire con una pasta appena sfornata alle 5 del mattino.
Quest’anno non è andata così purtroppo…le alluvioni di questi giorni hanno creato devastazione, danni incalcolabili ad abitazioni, archivi storici, palazzi e opere d’arte. Maggio avrebbe dovuto portare allegria, sole…invece ha portato acqua, fango, disperazione, dolore e perdite.
Invece delle infradito, i romagnoli hanno indossato gli stivali di gomma. Invece di fare le vasche, hanno preso badili, vanghe, sacchi e hanno cominciato a scavare, a pulire, ad aiutare vicini, amici, sconosciuti. Perché il romagnolo è anche uno che non si tira indietro quando c’è da lavorare e da sporcarsi le mani. Il romagnolo non si piange addosso, ma si arrotola le maniche e fa quello che c’è da fare. Sono sicura che il romagnolo non perderà nemmeno l’occasione per farsi nuovi amici o per intortare…e d’altronde, anche questo è nel suo DNA!😀
Io ho sempre avuto un rapporto conflittuale con la mia terra: spesso mi è stata stretta, spesso mi sono sentita una straniera e spesso non ne ho condiviso usanze o idee.
Ma standone lontana, ne ho potuto apprezzare aspetti che forse capisco solo adesso. Ci sono cose che mi rimandano istantaneamente alla Romagna: oggetti, odori, colori che ho nel sangue e nei ricordi sensoriali più antichi.
Le cicale di giugno, il rumore dell’erba secca sotto le scarpe, la sabbia nelle ciabatte quando si torna su dal mare, il sole caldo ma gentile, il freddo umido di gennaio, la nebbia di novembre, la schiumina del caffè, la ciambella della nonna appena sfornata, le tagliatelle della Gina, la torta di pere e rum della mamma, la birretta la sera in terrazza al mare, i piccioni di Piazza Saffi, la libertà di andare in bicicletta ovunque, l’aria calda di luglio in faccia, il sapore dell’acqua dell’Adriatico, la pulce di mare che punge, l’aperitivo ai localini di Cervia, il mercato di Forlì, il profumo della piadina appena fatta, il gelato in piazza, la sera.
Forza Romagna mia, ce la farai anche stavolta! Perché ricordiamoci che niente o nessuno potrà mai impedire alla Romagna di vivere la sua estate! 🌞