Il mio blog compie 1 ANNO! Tanti auguri a me tanti auguri a me! E un grazie speciale va a tutti voi che mi avete letto in questo anno e che mi avete sostenuta in questa avventura!
E questo anno è volato se ci penso. Sono successi tanti avvenimenti, belli e brutti, ho avuto tante soddisfazioni ma anche qualche delusione. Qualcuno e’ entrato nella mia vita, qualcun altro ne e’ uscito. Qualcuno mi ha sorpreso, qualcun altro mi ha deluso. Ho guardato un po’ di piu’ dentro me stessa e ci ho visto tante cose che erano li’ addormentate e andavano assolutamente risvegliate, se volevo stare meglio. Ci ho visto una quasi quarantenne (ho appena compiuto 38 anni) con la testa ancora di una ventenne e il fisico…beh diciamo di una trentenne avanzata, senza lamentarmi troppo (ma fra i buoni propositi della prossima meta’ dell’ anno c’è la palestra! Si accettano scommesse se e quando mi iscrivero’…). Insomma, ho lavorato molto su me stessa e ho capito tante cose…ma non le scrivero’ di certo qui, perche’ il mio mondo interiore e’ solo mio e non intendo sbandierarlo qui.
Ieri sono tornata a Melbourne, dopo essere stata in Italia 3 settimane. Anche per quest’anno ho avuto il mio periodo “di gloria e di vacanza”, sfruttato al massimo. Ero partita con l’idea di non pianificare molto stavolta, infatti cosi’ e’ stato. Molte persone e molti amici li ho incontrati o per caso passeggiando per Forli’, o mettendoci d’ accordo all’ ultimo minuto con frasi tipo “ho visto su facebook che sei al Bagno Anna, posso passare a salutarti?” . Adoro questo tipo di incontri casuali o quasi! Hanno un che di magico e di “destinato a succedere”. Persino i due giorni a Piacenza dalla mia cara amica Elisa sono stati decisi in 48 ore! E so che per lei (che e’ iper-organizzata e metodica) e’ stato diffcile non avere cosi’ tanto preavviso, ma penso mi abbia perdonata perche’ alla fine e’ andato tutto alla grande! 😀
Mentre ero in Italia sono successi fatti tragici per il Paese, come l’incidente sulla tangenziale di Bologna (dove pochi giorni prima ero passata) e il crollo del ponte a Genova. Il terremoto nel Molise e’ successo poi mentre ero in volo. Quando succedono queste cose mi viene da pensare quello che pensa tanta gente: povera Italia, che crolli a pezzi, che viaggi su infrastrutture vecchie e costruite male, che spendi tanti soldi in cazzate e non ascolti le varie Cassandre che hanno motivi scientifici e tecnici per metterti in guardia su possibili avvenimenti tragici. Certo, alcuni incidenti sono solo tragiche fatalita’, ma a volte anche per quelle basterebbe rispettare di piu’ le regole.
Le regole: una societa’ evoluta si da’ delle regole per il bene comune, affinche’ tutti possano vivere in pace e tranquillita’. Per quanto io non ami molto le regole, devo concordare sul fatto che ce ne siano alcune basilari e altre fondamentali da rispettare, per il bene comune. Se ti dicono di non scrivere messaggi col cellulare mentre guidi perche’ e’ matematico che in quei secondi la tua attenzione ne risente e quindi potresti costituire un pericolo per te e per gli altri, FALLO! E’ cosi’ difficile aspettare qualche minuto o qualche ora prima di farlo? No che non lo e’! Se ti dicono di fare la fila e aspettare il tuo turno, e’ cosi’ difficile soffocare l’impulso di sgomitare per farsi strada fra la gente o di creare altre pseudo-file provenienti da ogni punto cardinale per passare avanti e guadagnare qualche minuto? NO! Eppure nella mia amatissima Italia queste cose sono normali. Come e’ normale il poco rispetto per le persone e per le cose. Mi dispiace dirlo e mi piange il cuore, ma ho fatto fatica a riabituarmi a questo. L’italiano medio (non voglio di certo generalizzare, ma dico “quello medio”) se ne frega essenzialmente degli altri, quindi se vede che puo’ fare qualcosa per se stesso o per i suoi cari in modo piu’ facile e veloce, chissene frega se ti passa davanti o se ti parla sopra o se si prende liberta’ che non dovrebbe prendersi? Mors tua vita mea. Mai un detto e’ stato piu’ azzeccato per la nostra societa’. E dico ancora “nostra” perche’ nonostante l’Italia mi faccia incazzare e frustrare, nonostante cada a picco e crolli a pezzi, nonostante sia un casino pazzesco ovunque e la gente stia sempre a lamentarsi di tutto e tutti…nonostante tutto e’ ancora il MIO PAESE. E la amo alla follia, con le sue contraddizioni, i suoi difetti, il suo caos generale.
Ah, un inciso: la notte che siamo arrivati abbiamo avuto i ladri in casa…un benvenuto molto originale senza dubbio. Ma sarebbe potuto succedere anche in Australia su…
Quando mi sento dire (da Italiani): “fai bene a stare dove sei, che qui siamo al collasso ed e’ tutto un casino”, penso che abbiano ragione. In Australia si sta bene, la societa’ funziona, si vive bene, esiste il rispetto per gli altri e per le cose, la gente fa la fila, non ti parla sopra, la burocrazia e’ pressoche’ nulla rispetto a quella italiana, tutto e’ piu’ facile e piu’ facilmente realizzabile. Se vuoi mangiare bene puoi farlo, se vuoi divertirti puoi farlo, tutto nei limiti (anche se spesso un po’ troppo stretti ed esagerati). L’Australia mi ha dato e mi sta dando tanto, e per il fatto che in quasi 4 anni non mi ha nemmeno fatto incontrare troppe bestie velenose la amo ancora di piu’ (in compenso, in Italia la puntura di una zanzara mi ha fatto infezione e ho dovuto fare 6 giorni di antibiotico! Paradossale…!!) In Australia sto bene e forse non so se potrei riadattarmi a vivere in Italia. Ma non la sento casa mia. Non so se sia per il fatto che non ho una casa di proprieta’ (dite che quello conti?), o perche’ non ho nessuno della mia famiglia di origine vicino (anche se poi quando siamo insieme discutiamo…ma ci vogliamo bene lo stesso!), o per la lingua che per quanto conosco non e’ la mia. O forse sara’ perché non ho la cittadinanza e la cultura è diversa dalla mia? (volete mettere poter parlare di cose vissute negli anni 80 e 90 e ridere per battute che solo noi italiani conosciamo?). O sarà per la piadina…?
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SONDAGGIO (vi prego di commentare qui se potete):
Vorrei tanto sapere come la pensano quelli che come me vivono all’estero: vi sentite a casa voi? Se si’ cosa vi fa sentire a casa?
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Cosa significa SENTIRSI A CASA da qualche parte? E vi prego, non tiriamo fuori i discorsi sull’amore e la famiglia perche’ per quanto siano fondamentali non bastano, almeno a me! Sono abbastanza egoista da pensare che non voglio vivere per gli altri ma anche per me stessa e quindi ho bisogno di fare quello che fa stare bene anche me. Che poi ci si debba sacrificare per i figli, lo sappiamo tutti…ma non e’ nemmeno un bene vivere una vita di sacrifici e impedimenti o rimpianti. Come per ogni cosa credo serva una buona dose di equilibrio e compromesso. E tempo.
Forse io devo smettere di cercare la mia casa come E.T. e accettare che la vita non e’ che un passaggio da un posto all’altro, soprattutto di questi tempi. Certo che pensare di essere sempre “di passaggio” non aiuta a mettere radici…ma forse quello non e’ il destino di tutti.
Grazie per i vostri commenti che mi saranno utilissimi!!
Per questo post vorrei avere tanti commenti per capire cosa pensate! Grazie in anticipo!!
Ben scritto Fede, brava.
Cesare!! Grazie mille! E che peccato che non ci siamo visti… 🙁
Secondo me quello della casa è un problema di tutti quelli che cambiano paese e ti dirò io non mi sento pienamente a casa qui in Australia ma non mi sento neanche più a casa quando torno in Italia perché credo di essere diverso da come ero quando sono andato via. Quindi mi piace dire che questa in Australia è sì “casa” ma quella in Italia è “Casa” con la C maiuscola..
Grazie Ema 🙂
Sono in Australia da 7 anni completamente “passaportato” con doppia cittadinanza. Devo dire che ogni volta che torno in Italia sono felicissimo nel momento in cui atterro ma questa felicità svanisce immediatamente appena si entra nella vita normale italiana. Fare a “spallate” ai semafori, essere egoisti perche si vuole arrivare prima degli altri e cosi via. Sono d’accordo con te quando dici vita mia morte tua.
Paese che anno dopo anno peggiora a vista d’occhio e i commenti sono sempre gli stessi…vedrai che cambierà, vedrai che qualcosa si aggiusterà ecc ecc. purtroppo se si cresce con una mentalità possiamo aspettare anche 10 generazioni ma la mentalità sempre quella rimane.
Ancora mi se chiede cosa mangio in Australia. L’italiano medio pensa che in amAustralia ci siano solo canguri e serpenti da mangiare. Rimangono sorpresi quando dico che la pasta barilla è comunque presente in tutto il mondo.
Però detto questo, vedo l’Australia ancora un posto troppo lontano e lo sto vedendo proprio adesso che ho un bambino di quasi 1 anno. Ci si sente soli, il calore delle persone non è quello che ci si aspetta normalmente o conunque sia di come noi siamo abituati.
Posso dire che l’Australia è casa mia? Si e no!
Sicuramente quando chiudo la porta di casa mia sento a casa ma nel momento in cui esco per vivere la vita di tutti i giorni…che dire…non posso esserne certo di sentirmi a casa Mia!
Matteo
Grazie Matteo! Condivido appieno il tuo commento. A me manca ancora la cittadinanza e la “casa di proprietà” quindi forse anche questo mi fa sentire di passaggio. Poi ho due figli e nessun aiuto se non sporadicamente di qualche amico. Queste sono cose che mi fanno sentire lontana ancora di più. In Italia avrei avuto sicuramente un network molto più largo fra parenti e amici. Qui mancano i parenti e gli amici sono pochi e con le loro vite o abitano lontano da me. Ergo: tutto sulle mie spalle (e quelle di mio marito). È difficile…
Anche a me la prima cosa che chiedono è: come si mangia in Australia. Ogni volta devo contare fino a 5 per non innervosirmi 🙂
Io sinceramente non ho mai contato sugli aiuti degli altri qui in aus. Che non me ne voglia nessuno per carità!
Cmq complimentissimi per il tuo blog!
Ah alla fine nemmeno noi…ma a volte se proprio siamo incasinati chiediamo a qualche mamma della scuola di prelevare anche i nostri figli. Altrimenti pre-scuola, post-scuola e incastri fra lavoro e casa. Confesso che un po’ di aiuto non mi farebbe schifo:-D
Grazie per i tuoi commenti…e i complimenti! 😉
Cara Fede, Hai azzeccato in pieno il concetto. Io sono qui da 22 anni, qui la vita era molto facile, e’ tuttora facile, Lavoro pressoche’ sicuro, esci all’ ora stabilita dal lavoro, non ti consumi a fare straordinari non pagati, tutto a portata di mano e di portafoglio, quasi un ” parco giochi per adulti e bimbi.
Ci siamo anche inventati i ” PLAY CENTRE” capannoni al chiuso con bimbi che gridano e corrono a destra e manca e le Mamme che si bevono il ” latte=caffelatte “, perche’ e’ Trendy a qualsiasi ora, e serviamo cibo congelato/riscaldato ai BIRTHDAY PARTIES…(che scempio)
Questo in un paese dove abbiamo parchi grandi, belli, verdi, sicuri e relativamente puliti, qualche senza tetto che dorme qua e la’, ma tutto sommato sicuri e senza spacciatori di droghe come in Italia e senza prostitute all’ angolo, perche’ ( non avendo il Vaticano in Casa) , esistono i Bordelli legali, dove le ” operatrici del sesso” sono protette e lavorano in sicurezza fisica ed igienica, come nei paesi sviluppati e civili.
Tuttavia qui manca ” IL CUORE” . il ‘CALORE ” della gente, il “BUON GUSTO”, si guida una Mercedes, Ferrari o Lambo in maglietta da 5 dollari e ciabattine di gomma, la gente rutta ed altro senza vergogna o rispetto alcuno e si usa un linguaggio haime’ troppo scurrile a tutti I livelli, dall’Avvocato all’ operaio, si beve all’ estremo e poi si usa la scusa ” I was Drunk , Sorry “, se qualcuno ti dice veramente quello che pensa da ubriaco.
Ho sempre ammirato le schiettezza in noi Italiani, pane al pane, vino al vino.
Tutti sti sinonimi anglo ormai inflazionati tipo”:
“WE MUST CATCH UP” = non me ne frega nulla di te , ma faccio finta che mi interessi.
“I HAVEN’T SEEN YOU IN AGES ” = non ti vedo da tempo e non ti cerco, ma sei qui quindi ti dico qualcosa….
“SORRY I MISSED YOUR CALL LAST WEEK”= ho visto la tua chiamata apparire sul cellulare, ma non me ne frega una beata sega di parlare con te, perche’ ho gia’ I ca$$I miei.
Qui si abita a 40 km. di distanza nella stessa citta’, si organizza in BBQ 1 mese prima, si prenota per fare colazione, si telefona prima di passare a salutare un conoscente ( per non distrubare), si prenota il tavolo in Pizzeria 1 settimana prima perche; e’ popolare. e che cavolo? bisogna organizzare tutto prima?
Dov’e’ la spontaneita’. Dov’e’ l’effetto sorpresa?
Detto da uno di Como ( mezzo Svizzero ) quindi non caloroso come i nostri fratelli del sud. qui non e’, e non sara’ mai casa nostra, che uno abbia la casa di proprieta’ o altro, che abbia il Passaporto o no, qui ti sentirai sempre un LATINO in mezzo agli ANGLO, perche; e’ casa LORO, NON TUA! ( anzi sarebbe degli ABORIGENI in verita’).
Detto questo, io ci tornerei domani in Italia se non fosse per le mie Bimbe, accetteri il caos, le gente che fa il furbo ed il Sistema burocratico incasinato, perche; noi LATINI ABBIAMO IL CUORE, LA PASSIONE, IL GUSTO, LA CREATIVITA’, LA DETERMINAZIONE, sono qualita’ uniche, speciali e non si possono imparare, ce le hai nel DNA!!!!
La Nostra ITALIA e’ il paese piu’ bello, piu’ vario, piu’ colto, piu’ affascinante, piu’ elegante, belle persone, HAIME’ copiamo troppo L’ America che e’ l’esempio piu’ sbagliato di disastro sociale, ma ce lo invidiano tutti il nostro paese e SIAMONE FIERI!!!
Grazie Fede… continua a Scrivere.!!!! Gio
Giò…che dire…you nailed it! Vorrei prendere il tuo commento e metterlo in un post! Hai scritto un sacco di cose verissime e l’hai fatto in modo egregio!