Non so…da quando vivo in Australia non sento per niente le feste…
Non che prima fossi una gran festaiola o “party girl“, ne’ che amassi la frenesia che si crea intorno a luci, lucine, regali, pensieri, biglietti di auguri, “buone feste a te e famiglia” da parte di gente che non ti caga tutto l’anno e tutta quella serie di pensieri positivi e “siamo tutti piu’ buoni” che ci impongono per tradizione o chissa’ quale motivo.
Chi mi conosce sa che ogni anno, puntualmente intorno all’8 dicembre, divento verde, brutta e antipatica: divento il Grinch!
Quando vivevo in Italia, l’atmosfera natalizia la vivevo un po’ “d’obbligo”, trascinata da amici e parenti, e molto di riflesso. Da bambina il Natale mi piaceva, come a tutti i bambini credo, ma 9 volte su 10 il giorno di Natale ero ammalata (chiedete a mia mamma!), come testimoniano le foto che ho degli anni ’80 e ’90. Come si evince da quegli scatti, io appaio sempre in pigiamone azzurro o rosa o senape, o di colori accoppiati a caso, calzettoni di lana mezzi lisi fino al ginocchio per camminare per casa, scodella di capelli alla Anakin Skywalker (quella ce l’avevo tutto l’anno…grazie mamma! 😀 ), viso pallido con guance rosse (a indicare la febbre a 38) e vestagliona della crescita lunga fino ai piedi o maglione di lana pizzicoso. Nonostante da bambina in inverno fossi sempre malaticcia, il sorrisetto per i regali da scartare lo trovavo sempre (anche se Babbo Natale faceva un po’ come ‘azzo gli pareva e ignorava spesso le mie richieste).
Alla tenera eta’ di 8 anni e mezzo la nonna Silvia mi rivelo’ che Babbo Natale non esisteva. Al che io, stronzetta, pensai bene di dirlo a mio fratello che di anni ne aveva 5. Per fortuna tramutammo la delusione in piano diabolico: avremmo continuato a fingere di credere a Babbo Natale per gli anni seguenti, perche’ temevamo che se avessimo rivelato quello che sapevamo, I nostri genitori non ci avrebbero piu’ regalato niente. E cosi’ facemmo per altri 4 anni.
Il giorno di Natale di solito lo passavamo noi quattro a casa nostra, invitando i tre nonni e la zia Gina. La mamma faceva il brodo per i cappelletti, l’arrosto con le verdure, e poi finivamo con chili di panettone e pandoro, se no il nonno non era contento. N.B.: Se ne avevamo 6 dovevamo aprirli tutti per assaggiarli (stessa cosa per le uova di Pasqua). Il nonno aveva un gran debole per i dolci e noi non potevamo deluderlo.
Questi Natali in famiglia erano molto belli per noi bambini e lo furono sempre anche quando crescemmo e diventammo adolescenti e poi ragazzetti. Poi nel 2003 mori’ mio padre…e da quell’anno il Natale cambio’ connotazione per me. Divento’ una festa incompleta e malinconica. A tratti fastidiosa. Nonostante gli altri membri della famiglia fossero sempre presenti, dal 2003 in poi non fu piu’ la stessa cosa. Il Natale era sempre una bella occasione per passare dei piacevoli momenti insieme ai famigliari piu’ stretti, ma e’ sempre mancato un pezzo fondamentale.
Poi arrivarono persone nuove in famiglia, e soprattutto i bambini. Con i bambini la magia del Natale sarebbe dovuta rinascere…ma per me non e’ mai stato cosi’ e un po’ mi sento in colpa per non aver fatto molto per ristabilirla (anzi…quest’anno abbiamo anche detto loro che Babbo Natale non esiste. Nonostante questo, grandi traumi non ne hanno avuti, visto che sono arrivati piu’ regali del solito!).
Queste feste non le sento proprio per niente e se le ho celebrate finora l’ho fatto solo per gli altri. Ma non riesco a fingere allegria o impazienza nel trovare le decorazioni natalizie o fiondarmi a cercare i regali. Detesto il dover per forza regalare qualcosa a qualcuno, detesto il casino di gente in giro, detesto l’alone di consumismo e di pacchianeria, cosi’ come le luci false e le decorazioni kitsch.
Ora, immaginatevi una come me, che non si e’ fatta intaccare dall’atmosfera natalizia nell’emisfero Boreale, cosa puo’ percepire di queste feste in un Paese dove:
1– fa caldo (la maggior parte dei giorni) ed e’ estate. Che Natale e’ senza il freddo e (magari) la neve?
2– non si respirano le tradizioni natalizie a cui siamo abituati noi (quelle di stampo cattolico per intenderci)
3 – vedi decorazioni sbriluccicose di palline, stelle, festoni e addobbi, che solo a metterli in giro per casa e sull’albero sudi come un maiale
4 – parlando di albero, come si fa a usare come simbolo un abete, che e’ tipico delle foreste di conifere del nord, nel paese degli eucalipti??
5 – I berretti di Babbo Natale, le magliette a mezze maniche con immagini di pupazzi di neve, renne, abeti (ancora!), casette di marzapane e pan di zenzero con la neve sopra sono o no degli ossimori!?
6 – i piatti tradizionali natalizi in Australia sono: I gamberoni cotti sul BBQ, il prosciutto al forno, e la Pavlova, una specie di mega meringa farcita con la frutta, buona ma molto dolce…e pesantina. Tutte cose deliziose…ma mi ricordano poco il pranzo di Natale a cui ero abituata…
Insomma, sto Natale al caldo e’ proprio difficile da digerire!
A proposito di digestione: qui le feste in cui si
Che infamia…
Comunque anche se sono un Grinch, Buon Natale…whatever it means for you!
Se volete una ricetta della Pavlova, cliccate qui (e’ in inglese)