Melbourne e’ la capitale australiana del caffe’ e patria di alcuni dei baristi e caffetterie migliori al mondo. Ma io sta cosa non la sapevo. Quando sono arrivata pensavo di dover insegnare io agli australiani cosa fosse un caffe’…e invece mi sono trovata a dover imparare io da loro! Nel posto di lavoro spesso dovevo preparare il caffe’ per i clienti con le macchine del caffe’ manuali, e puntualmente mi uscivano fuori degli obrobi vergognosi, delle acque sporche da far schifo, delle proporzioni caffe’/latte senza un senso…per non parlare dell’impresa di montare il latte: troppo caldo, troppo freddo, poco montato, troppe bolle, ustione di terzo grado, bruciato, troppo acquoso…insomma uno strazio. La cosa peggiore era quando il cliente diceva: “ohh sei italiana! Allora chissa’ che caffe’ squisito mi farai!”…e io puntualmente, in preda all’ansia da prestazione e da giudizio, producevo una schifezza da buttare via. I clienti piu’ buoni lo bevevano lo stesso, altri lo tolleravano per tre sorsi e poi lo lasciavano li’, facendo finta di dover scappare perche’ erano in ritardo. Una volta feci un latte che – vuoi per la qualita’ del caffe’ che non era la migliore, vuoi che mi era scappata troppa acqua e avevo bruciato il latte – mi venne una ciofeca. Il cliente lo prese, lo bevve, poi quando io non c’ero chiese al mio collega:

“where is she from?”

“She’s Italian”

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“Gosh, she makes shit coffee!”

Che bella figura di merda… 

La buona notizia e’ che dopo mesi e anni di pratica – principalmente su me stessa per non avvelenare i clienti – ho finalmente imparato a produrre dei caffe’ decenti, addirittura soddisfando le richieste degli esigenti Melbourniani. E la prima volta che mi e’ venuto fuori un cappuccino con una specie di decorazione sopra che doveva essere una foglia…o un abete…o una felce…insomma, qualcosa di vegetale, mi sono quasi commossa!

La mia creazione! Sono commossa…

Ovviamente sfiga vuole che era per me…una volta che potevo esibire la mia bravura! E ovviamente non mi capitera’ mai piu’ di riuscire a farne uno carino cosi’ per un cliente. Comunque, eccolo qui:

A parte i tre tipi di caffe’ che conosciamo anche noi, ovvero l’Espresso, il Cappuccino e il macchiato, a Melbourne se ne possono trovare per tutti i gusti e di tutte le dimensioni. Ecco una piccola lista di quelli piu’ conosciuti:

LONG BLACK: Per fare un buon long black bisogna riempire la tazza stretta a meta’ con acqua calda e poi mettere un doppio shot di espresso. Siccome per me risulta troppo acquoso cosi’, io faccio un long-black-my-way, semplicemente con doppio shot di caffe’, lasciato scendere fino a che non si riempie la tazza. E secondo me il mio viene molto meglio! Tie’!

FLAT WHITE: Molto simile al latte, ma senza la schiuma del latte. Quindi e’ praticamente l’equivalente del nostro caffelatte. Si serve nella tazza in ceramica e MAI nel bicchiere di vetro.

RISTRETTO (/rɪˈstrɛtəʊ/): Facile, e’ il nostro Espresso. E come Italiano…non puoi sbagliare!

LATTE (/ˈlɑːteɪ/ or /ˈlæteɪ/): E’ un incrocio fra un caffelatte e un cappuccino, nel senso che la quantita’ di latte e’ abbastanza elevata, come nel caffelatte, ma ha la crema del cappuccino, senza la spolverata di cacao sopra. All’inizio quando me lo spiegavano facevo un gran casino…ma alla fine e’ piu’ semplice di quello che sembra. I piu’ virtuosi riescono a creare delle figure anche complesse con la schiuma del latte, mentre ne versano le ultime gocce. Parlo della famosa “latte art“, una disciplina che viene presa molto seriamente e per cui esistono addirittura veri e propri corsi di formazione e aggiornamento. 

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Bicchiere per il “latte”

Cosa importantissima, il latte si serve nel bicchiere di vetro! E altra cosa importante, non ordinate un latte in Italia, perche’ se no vi portano un bicchiere di latte caldo!

DOUBLE RIZZ: Caffe’ carico senza il retrogusto amaro. Di solito e’ servito come “doppio ristretto” che viene lasciato scendere per ulteriori 19 secondi, cosi’ risulta meno amaro. Mai provato.

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Tazza stretta per flat white, long black, Voodoo e Magic

MAGIC: Caffe’ piuttosto carico, poco amaro e con un contenuto inferiore di latte. In pratica e’ un ¾ full flat white, fatto con un uno shot di doppio ristretto. Il Magic viene servito in una tazza stretta di ceramica oppure in una piccola tazza take-away. Questo tipo di caffe’ e’ stato inventato a Sydney, ma li’ dicono che si chiami Bachelor (copioni, che vogliono diventare esperti come a Melbourne!). Ah, il Magic si trova anche a Bali!

VOODOO: Un nome figo…per indicare nient’altro che un long black. Qualche connoisseur dice che alla fine il Voodoo e’ un long black un po’ meno pieno, con abbastanza crema sopra, per l’apparenza piu’ che altro. E si serve nella solita tazza stretta.

PICCOLO: e’ un ‘mini latte’. Si fa con uno shot di espresso, aggiungendo abbastanza latte da riempire un bicchiere da 100ml. Bellino e piacevole ad ogni ora del giorno.

Oh, e’ chiaro che gli Australiani si sono presi la licenza di bere tutti i loro amati tipi di caffe’ in qualsiasi momento della giornata, quindi guai a chi commenta con frasi tipo: “oh ma il cappuccino si beve solo prima delle 11!”. Quello lo possiamo far notare ad un tedesco magari, ma non a un Melbourniano. Qui ne sanno davvero troppa!

Sources: Herald Sun Australia –  The Urban List