“Si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna, il cuore ha più stanze di un bordello.”
Gabriel Garcia Marquez, “L’amore ai tempi del colera”.
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Ci ho messo diversi anni per ammetterlo a me stessa, ma alla fine ho capito che sono fondamentalmente una ribelle. Pero’ ci sono arrivata tardi a questa conclusione. Sono stata una teenager calma, brava a scuola, senza particolari problemi e non ho mai fatto nulla che potesse andare contro il volere dei miei genitori e degli adulti. Non ho mai frequentato brutte compagnie, non mi sono mai messa nei guai e ho sempre fatto quello che la gente si aspettava da me. Poi un bel giorno, a 30 anni, mi sono svegliata e mi sono resa conto che in realta’ sono sempre stata un vulcano dormiente. Da adulta mi sono detta: “ma perche’ devo sempre fare quello che la gente si aspetta e non quello che in realta’ mi va di fare? Perche’ devo dire quello che va detto in una determinata circostanza, anche se non sono d’accordo?”. E cosi’ mi sono scoperta ribelle. Non a livelli esagerati o ai limiti della legalita’, ma a livello del “dire quello che penso e fare quello che ritengo giusto fare, senza dover per forza soddisfare gli altri“. Mi ribello contro le frasi fatte, contro le ipocrisie, contro i benpensanti, contro la falsita’ e contro chi mi dice che non posso fare o dire una cosa senza darmi motivazioni plausibili. Mi ribello contro le cose imposte dal “perche’ abbiamo sempre fatto cosi’” e spesso preferisco essere diversa e magari anche un po’ strana, piuttosto che piatta e insipida.
Un esempio pratico: nel mio lavoro mi divido fra due brand storicamente “rivali”, ovvero Ferrari e Lamborghini. E questa cosa per alcune persone e’ inconcepibile, perche’ – dicono – chi ama Ferrari non puo’ amare Lamborghini. Ma si puo’ sapere su quale tavola della legge e’ scritta sta cosa? Quale motivo razionale e oggettivo esiste a supportare questa affermazione? Che sappia io non e’ scritto da nessuna parte. E se anche lo fosse, me ne fregherei. E sapete perche’? Perche’ una passione non si deve MAI e poi MAI giustificare. Figuriamoci due! Se ami una cosa o una persona non puoi spiegare il perche’ in modo scientifico. E se la gente non capisce, peggio per loro!
Oggi ho avuto il piacere di guidare due Ferrari, la California T e la GTC4LUSSO V12 e mi sono divertita moltissimo. Sono due auto fantastiche, che danno emozioni quasi indescrivibili alla guida. Amo Ferrari per la sua storia, la sua tradizione, le vetture che e’ stata in grado di concepire in 70 gloriosi anni, una piu’ bella e incredibile dell’altra.
Amo il Rosso Ferrari, il Cavallino, il rombo dei motori, il design e l’atmosfera intorno al brand.
Ma amo anche Lamborghini. Amo le linee aggressive e aerodinamiche della Aventador, amo il ruggito del suo motore aspirato V12, adoro la storia di come e’ nato il marchio, di come Ferruccio si sia ribellato alla risposta di Enzo Ferrari e abbia creato qualcosa di eccezionale sotto tutti gli aspetti. Amo il Toro, il carattere deciso, l’aggressivita’ delle Lamborghini, amo gli interni dell’Aventador e della Huracan, che richiamano a quelli di un aeroplano, amo sollevare la maschera rossa sul pulsante di START/STOP e premerlo, immergendomi nel sound del motore aspirato.
Ho deciso di smettere di giustificare quello che sento e quello che provo. Il cuore e’ mio e lo uso come meglio credo. Nessuno ha il diritto di dirmi quello che posso o non posso provare.
Essere noi stessi e sinceri, sempre e ad ogni costo!