Brano consigliato per la lettura: “Run like Hell” – Pink Floyd
Normalmente si associa la parola “primavera” al rinnovo della natura, ai fiori che sbocciano, agli uccellini che fanno i nidi, agli animaletti che si svegliano dal torpore invernale, alle giornate che si allungano e si riscaldano…insomma, un quadretto bucolico molto carino. Peccato che in questo quadretto, a Melbourne, vanno aggiunti altri elementi: i serpenti che escono dal letargo e l’invasione delle vespe europee.
In Australia ci sono circa 170 specie di serpenti, alcuni dei quali sono tra i più velenosi del mondo. E quando pensi “beh ma tanto io vivo a Melbourne, che è una grande città, mica ci saranno!” beh, YOU’RE WRONG!
Una volta portammo i bambini alla Collingwood Children’s Farm, una vera e propria oasi verde nel cuore di uno dei quartieri che una volta era praticamente la zona industriale di Mebourne. Bel posticino, con mucche, pecore, cavalli, tanti fiori…e cartelli del genere:
Nell’istante in cui leggi il cartello ti vengono istintivamente due cose da fare:
- controllare la data di oggi
- setacciare con gli occhi ogni centimetro quadrato di prato e arbusti intorno a te, cercando di scovare il serpente, che in realtà preghi Iddio di non vedere.
Poi ripensi ai millemila documentari sull’ Australia che ti sparavi da piccolo, con curiosità morbosa, e magari ti ricordi che il Brown snake (qualcuno si è prodigato a specificare e aggiungere col pennarello che non si trattava di un qualsiasi serpente, ma di quello) è velenoso e incazzoso, ed è responsabile del maggior numero di morti ogni anno in Australia rispetto a qualsiasi altro serpente. Poi ti ricordi anche che David Attenborough spiegava (sempre col suo immancabile ghigno British) che il veleno del Brown Snake è il secondo più tossico di qualsiasi serpente di terra NEL MONDO.
E in quel mezzo secondo che hai finito di ripensare a tutte queste cose ritorni a scandagliare i cespugli intorno a te e a sbattere i piedi per terra cercando di fare rumore, come ti hanno insegnato in Italia quando si andava in montagna.
Infatti: “Mi raccomando, per spaventare le vipere bisogna fare rumore sul sentiero e sbattere i piedi” è uno dei classici consigli che senti fin dai tempi delle gite coi tuoi.
E pensi che seguendo questa regola metti a posto tutti i serpenti. Peccato che il Brown snake se si arrabbia (e se gli pesti i piedi vicino fidati che lo fa!) solleva il corpo da terra, assumendo una forma a ‘S’, spalanca la bocca e si prepara a colpire, scattando come una molla. Il suo veleno provoca paralisi progressiva e coagula il sangue. Le vittime possono collassare in pochi minuti e spesso servono diverse e massicce dosi di antidoto per sarlvarsi. Che culo!
Quindi niente, le vipere italiane sono delle pivelline a confronto.
Comunque, una volta appurato che il serpente avvistato due giorni prima si sia nel frattempo dileguato non si sa dove, visto che ci troviamo nel bel mezzo della città, si capisce che qui non si può mai abbassare la guardia.
Un’ altra volta andai a Heidelberg, che si trova appena fuori città, al Heide Museum of Modern Art, un museo di arte contemporanea molto bello , immerso nel verde. Mentre giravamo per i bellissimi giardini fioriti, ho notato un altro simpatico cartello:
Insomma, qua va cosi. Ovunque vai, devi sapere che non puoi sottovalutare il pericolo, e che anche il più semplice picnic al parco – quando vuoi replicare quelli che facevi in Campigna o al Parco Urbano – potrebbe essere pericoloso, se non si presta attenzione. E gli australiani sono molto bravi: ti avvisano in modo sottile e garbato, tanto che in un primo momento quando leggi non ti accorgi quasi di cosa stai leggendo; tutti quei “please” ti confondono e ti indorano il messaggio che invece parla chiaro: “noi ti abbiamo avvisato, quindi siamo sollevati da qualsiasi responsabilità. Se non prendi sul serio il pericolo o non leggi, cavoli tuoi. Uomo avvisato, mezzo salvato.”
Detto questo, in quasi tre anni non ho visto ancora nessun serpente. E l’unica bestia immonda che mi ha rovinato i picnic all’aria aperta della mia prima estate australe (2015) è stato l’insetto che più detesto al mondo e che speravo di non dover incontrare anche qua: la vespa europea.
Un’invasione di vespe così non me la ricordavo dai tempi di Weimar, nell’estate del 2001, in cui passai 20 giorni di terrore vero e proprio. Ancora non so come ho fatto a non farmi pungere nemmeno una volta. Ma ricordo certi scatti alla “Bolt” e corse folli a zig zag per seminarle! Un vero e proprio incubo!
Qui a Melbourne, nell’estate del 2015, ci fu una vera e propria invasione di vespe europee, che sciamavano ovunque, rendendo impossibile ogni tipo di attività all’aria aperta, soprattutto in presenza di cibo. Te le trovavi ovuque! Gli esperti dissero che era un fenomeno piuttosto insolito, probabilmente dovuto all’inverno precedente che non era stato molto rigido. In tutta la città ci fu una vera e propria emergenza, con tanto di pompieri che venivano chiamati a disinfestare i cortili delle scuole, i parchi e alcune case. Io ero disperata e incredula: mi sembrava assurdo essere in Australia e dover fuggire dal mio nemico numero uno. Sembrava una barzelletta che non faceva ridere! Arrivai addirittura ad invocare l’aiuto dei ragni (pensate come ero disperata!), che si mangiassero quelle bestiacce, e pregai che l’inverno successivo fosse talmente freddo da sterminare ogni possibile fuco e vespa regina. E così fu, grazie al cielo.
Mi ha sorpreso solo non vedere in giro cartelli che dicessero cose tipo: “attenti alla vespa europea. Fa più vittime dei nostri serpenti ed è stata importata per errore dagli europei. Quindi è colpa loro se vi punge. Per qualsiasi reclamo, prendetevela con l’Europa. Please and thank you.”
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